Palazzo Biscari, il più sontuoso edificio privato di Catania, rappresenta un caso unico, per la struttura, la pianta e le decorazioni. Dopo il terremoto che nel 1693 distrusse quasi interamente la città, Ignazio Paternò Castello III Principe di Biscari ottenne dal Luogotenente Generale Giuseppe Lanza, artefice della ricostruzione catanese, il permesso di edificare il nuovo palazzo sul terrapieno delle mura cinquecentesche di Carlo V.
Ignazio muore nel 1700, il figlio Vincenzo, IV principe di Biscari, inizia lavori organici e continuativi che dureranno più di un secolo e a cui parteciperanno i più grandi architetti catanesi dell’epoca: Alonzo di Benedetto, Girolamo Palazzotto, Francesco Battaglia e suo figlio Antonino.
Il palazzo raggiunse il massimo splendore con l’intervento di Ignazio V Principe di Biscari, uomo eclettico, appassionato d’arte, di letteratura e di archeologia una delle figure delle più significative nella vita culturale di Catania nella metà del Settecento. Committente non comune, il principe non si limita a manifestare all’architetto le proprie esigenze, ma suggerisce e propone modelli e soluzioni che gli vengono ispirate da tutto ciò che vede durante i suoi numerosi viaggi.
Interessato al progresso culturale della sua città ,fece edificare un teatro privato con due ordini di palchi e con un accesso esterno per il pubblico che concede per l’Opera in attesa che quello cittadino sia completato e in cui paga i palchi che si è riservato. Inoltre, fu incaricato della intendenza per gli scavi archeologici nella Val Demone e Val di Noto (l’attuale Sicilia Orientale), e dedicò un particolare impegno alla costruzione e alla sistemazione di un museo per le sue raccolte archeologiche provenienti dagli scavi che lui stesso dirigeva. La raccolta non comprende soltanto oggetti antichi (medaglie, vasi, cammei, statue) ma anche un museo storico siciliano (armi, abiti, giocattoli) e un gabinetto di fisica e storia naturale (strumenti e minerali).
Foto: © Chiara Cadeddu
