3 AGOSTO 2021 | CHIESA DI SANTA MARTA, SONDALO (SO)

dimore quartetto loghi Musica con Vista

Festival di Musica da Camera all’aria aperta nei luoghi più suggestivi d’Italia

CONCERTO

Martedì 3 agosto, ore 20.30 – Chiesa di Santa Marta, Sondalo (SO)

QUARTETTO ADORNO

Edoardo Zosi, violino
Liù Pelliciari, violino
Benedetta Bucci, viola
Stefano Cerrato, violoncello

PROGRAMMA

Ludwig van Beethoven (1770 – 1827) – Quartetto n. 15 in la minore, op. 132

Al fine di partecipare in sicurezza, l’organizzazione garantirà il distanziamento fisico e il rispetto delle norme in vigore. Sarà inoltre necessario per tutti i partecipanti indossare mascherine.

Concerto organizzato da Fondazione La Società dei Concerti di Milano nell’ambito del festival Musica con Vista del Comitato AMUR.

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La Mappa di Musica con Vista raccoglie tutti i luoghi del festival e tutte le attività e gite suggerite nei dintorni dei concerti e accompagna il pubblico alla scoperta di una parte nascosta del nostro patrimonio culturale. Qui sotto la mappa interattiva dell’edizione 2021.

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CHIESA DI SANTA MARTA

L’originaria chiesa risalente al 1340, è inizialmente attestata come sede di una sorta di convitto religioso femminile, analogo alla comunità “monacale” documentata in Bormio nel 1316. Dell’edificio antico non rimane quasi nulla. La chiesa venne infatti ricostruita alla fine del Quattrocento, per essere consacrata nel 1506. 

L’estesa decorazione a fresco è quasi interamente attribuita all’opera di “Giovannino da Sondalo” (ora però identificato come Menico Anesi di Bormio, Giovannino sarebbe stato solo un committente*) un artista locale molto attivo fra la fine del Quattrocento e l’inizio del Cinquecento, interprete di un filone artistico popolare che godette in valle di grande fortuna. I suoi lavori, distribuiti in tutta l’alta e la media Valtellina, hanno tratti facilmente riconoscibili quali la mancanza di una precisa prospettiva, il marcato realismo, l’uso di tonalità molto accese, oltre alla consuetudine di bordare le immagini con caratteristiche cornici a tortiglione. Sono a lui attribuiti gli affreschi dell’abside che presentano scene della vita di S. Marta, la figura di S. Michele in atto di pesare le anime, una teoria di santi ausiliatori, gli evangelisti, alcuni profeti, i dottori della chiesa; suoi sono anche gli affreschi, un po’ più tardi, della controfacciata e della piccola volta posta sotto il loggiato all’ingresso della chiesa, in cui sono rappresentati numerosi santi, vivaci scene devozionali (si notino S. Giorgio che uccide il drago e il Miracolo di S. Eligio), i quattro elementi dell’universo, ossia l’aria, l’acqua, la terra e il fuoco. 

La quantità e la ricchezza iconografica dei dipinti conservati a S. Marta lasciano trasparire il grande favore di cui godette la chiesa nel Cinquecento. Sfortunatamente, già dalla fine di quel secolo iniziò un periodo di declino ed abbandono. Incendiata nel 1620 dalle soldatesche elvetiche calate su Bormio, S. Marta fu prima parzialmente recuperata, all’inizio del XVIII secolo, e poi radicalmente restaurata nel 1787, quando furono elevate le pareti laterali, furono ricostruite le volte e fu eliminato l’antico soffitto ligneo. Seguì un nuovo periodo di abbandono. Alla fine del XIX secolo l’edificio versava in condizioni miserevoli, se non disperate. Nonostante nel 1869 venne riconosciuto come monumento nazionale, fu utilizzato dapprima come teatro e poi addirittura come magazzino. Gli interventi di recupero e restauro che si sono susseguiti a partire dagli anni ’60 del Novecento hanno però fortunatamente bloccato il degrado e riportato S. Marta agli antichi splendori.

SONDALO E GIOVANNINO DA SONDALO

Sondalo offre la possibilità di passeggiare tra le antiche e rustiche abitazioni delle vie del centro e ammirare i bellissimi affreschi risalenti al XV-XVI secolo.
Nel centro storico del paese si possono trovare alcuni edifici degli di nota come l’attuale caserma di Carabinieri di Sondalo, un edificio merlato di grande valenza storica che racchiude all’interno un affresco di Giovannino da Sondalo* raffigurante S. Pietro con le chiavi. All’incrocio tra via Rodorio e via S. Fedele, sul muro di una casa si vede un affresco raffigurante una crocifissione del pittore Giovannino da Sondalo*. Su una casa in via 2 Giugno si può osservare un affresco sempre di Giovannino*, raffigurante l’Annunciazione.

 Giovannino da Sondalo

Giovannino è tenuto in scarsa considerazione dai primi ricercatori e studiosi di storia locale. Nonostante già nel 1906 uno studioso avesse scoperto un affresco firmato da Giovannino da Sondalo, le sue opere venivano in genere classificate “di autore ignoto”. Oggi invece riconosciamo che parecchie chiese e molte case dell’Alta Valtellina sono state affescate da lui: S. Martino in Serravalle, S. Marta, S. Alessandro a Lovero, S. Bartolomeo a Valdisotto, S. Agnese e La Madonna della neve a Sondalo, oltre a numerose facciate di case private a Sondalo e in altri paesi. Sappiamo dell’esistenza e del lavoro di Giovannino da Sondalo da un unico documento, una vecchia fotografia di un affresco, ora distrutto, su una casa di S. Antonio Morignone. La foto, recuperata presso l’Archivio parrocchiale di S. Antonio Morignone, riporta chiaramente la scritta, in caratteri gotici: “Magister Johaninus f(ilius) q(uondam) Stefani olim Lorentini de Sondalo”. Altro non è possibile sapere su Giovannino da Sondalo, se non cercare di capirlo attraverso i suoi affreschi.

*“Giovannino da Sondalo” (ora però identificato come Menico Anesi di Bormio, Giovannino sarebbe stato solo un committente*)

Le Fontane di Sondalo

Fontana Bui Redond: Non lontano dalla casa Bassanini (ed ex casa parrocchiale), circa a metà di via Rodorio, si trova il Bui Redont, o più tradizionalmente Bui Tont (Fontana rotonda). Si tratta di un’antica fontana ottagonale in lastre di pietra, che serviva sia da abbeveratoio per il bestiame sia per attingere l’acqua per uso domestico, alimentata dalla vicina sorgente di S. Clemente. Accanto ad essa il vecchio lavatoio, pure in pietra, ora circondato e in parte coperto da un costruzione moderna. Agli inizi degli anni ‘70 il Bui Tont fu spostato nel giardino della Casa di riposo Bellavista, e successivamente riportato nella sede originaria, anche se non nella medesima posizione. Di fronte al Bui, un’antica dimora signorile, con un bel portale di pietra verde; lì accanto l’apertura (ora murata) di un’antica bottega artigiana. Infatti la via Rodorio, con le altre di Terra Maggiore, in passato era sede delle principali attività commerciali e artigianali del paese. 

Fontana Bui S. Clemente: All’imbocco di via S. Clemente, nel luogo dove tradizionalmente si crede che il Santo abbia fatto scaturire una sorgente d’acqua, sono presenti una fontana ed un lavatoio di un certo interesse. Le due vasche sono poste sotto due arcate che sorreggono il muro di contenimento a lato della via e recano le date di costruzione (1865). Oltre che motivo di interesse etnografico quali testimoni di lavoro e vita passati le due fontane sono importanti per la storia a cui sono legate, lo scaturire dell’Acqua di S. Clemente fu sicuramente un fatto di notevole rilievo per la gente di Sondalo che fino ad allora aveva attinto dalle acque del Rio (tra l’altro di portata incostante e talvolta torbide) o, in stagione di secca, all’Adda. Ad ulteriore conferma dell’importanza della fonte sul fronte della casa al lato opposto della strada vi è un affresco raffigurante la Crocifissione, ai lati la Madonna, S. Giovanni e S. Clemente; il dipinto, attribuito a Cipriano Valorsa, è ormai difficilmente leggibile date le sue precarie condizioni di conservazione. Poco sotto, a sinistra dell’affresco, è murata una lapide che fa riferimento anch’essa all’episodio della sorgente accaduto, secondo lo storico Monti, nell’ottobre del 1583, vi è inciso il nome del committente, Lorenzo Foscagno, la data dell’iscrizione (1782) e la dedicazione dell’affresco al Cristo, la Madonna e i due santi.

PER MAGGIORI INFORMAZIONI: www.sondaloturismo.it/storia


TIRANO

Disposto sulle due rive dell’Adda alla confluenza della val Poschiavina nella Valtellina, è un centro di antica tradizione commerciale, che conserva notevoli palazzi e resti delle fortificazioni tardo-quattrocentesche. Si propagò da qui, nel 1620, la rivolta contro il governo dei Grigioni, il cosiddetto ‘sacro macello’ che insanguinò la valle opponendo cattolici e riformati. Nel nucleo storico, sulla sponda sinistra del fiume, spiccano la parrocchiale di S. Martino, di origine quattrocentesca, con campanile a bifore e trifore e portale ogivale nel fianco sinistro; il palazzo d’Oro Lambertenghi (XV-XVI secolo), oggi casa-museo; il palazzo Salis, con le cinquecentesche restaurate cantine. Tirano è, assieme a Sankt Moritz, uno dei due capolinea del Trenino rosso del Bernina, spettacolare linea ferroviaria inserita nel 2008 tra i beni patrimonio dell’umanità dell’Unesco.

PER MAGGIORI INFORMAZIONI: www.valtellina.it/it/tirano-e-dintorni


BORMIO

In un’ampia conca ai piedi di una cerchia di monti, dove il torrente Frodolfo confluisce dalla Valfurva nell’Adda, Bormio è uno dei più importanti centri di villeggiatura estiva e di sport invernali delle Alpi, fulcro di un attrezzatissimo comprensorio sciistico nonché base per escursioni e ascensioni nel gruppo dell’Ortles-Cevedale. Nel vecchio abitato conserva memorie di quando, nel ’400 e ’500, prosperò con i traffici tra il ducato di Milano, la Serenissima e gli Stati transalpini; nel 1825, l’apertura della strada militare dello Stelvio diede nuovo impulso ai commerci col Tirolo e favorì la frequentazione delle terme.

Il nucleo storico ha strade strette e tortuose, con molte case notevoli per i portali, le decorazioni e gli affreschi quattro-cinquecenteschi in facciata, torrioni (torre degli Alberti), chiese. In palazzo De Simoni (sede del Municipio) è allestito il Museo civico. In piazza Cavour – principale luogo d’incontro di Bormio – si fronteggiano la collegiata dei Ss. Gervasio e Protasio, menzionata nel IX secolo e ricostruita in età barocca, e il Kuèrc (‘coperchio’), loggia con tetto di ardesia in cui anticamente si amministrava la giustizia. La romanica chiesetta di S. Vitale ha affreschi trecenteschi sulla facciata e, all’interno, un’ancona lignea intagliata e dipinta d’inizio ’500. All’inizio della strada per lo Stelvio si trova lo stabilimento Bormio Terme, con piscina termale coperta alimentata dalla sorgente Cinglaccia (32 °C) e complesso terapeutico. Per funivia o per strada asfaltata (10 km) si sale a Bormio 2000, cuore della zona sciistica, da cui un’altra funivia raggiunge la panoramica Cima Bianca.

PER MAGGIORI INFORMAZIONI: www.bormio.eu


SANTA CATERINA VALFURVA

All’interno del Parco Nazionale dello Stelvio è situato il paese di Santa Caterina Valfurva, a 23km di distanza da Bormio e circondato dalle alte cime del gruppo Ortles-Cevedale. Il paese regala emozioni sia in inverno grazie alla presenza di numerose piste da sci, che nella stagione estiva: innumerevoli sentieri permettono di inoltrarsi nei boschi a piedi, in mountain bike o anche a cavallo. In paese si trova inoltre il Museo Vallivo di Valfurvanato per raccontare storia, cultura, tradizioni contadine e artigiane della valle.

PER MAGGIORI INFORMAZIONI: santacaterina.it

PALAZZO SALIS


Visite | Museo | Soggiorni

Indirizzo: via Salis 3, 23037 Tirano (SO)
Contatti: +39 340 0640653
info@palazzosalis.com
Aperto dal 1° aprile al 31 ottobre: da lunedì a sabato, dalle 10.00 alle 16.00 (orario ultimo ingresso). Nel mese di agosto anche la domenica.
Per gruppi superiori a 10 persone è sempre consigliabile prenotare la visita con guida.

Palazzo Salis è rimasto attraverso i secoli sempre di proprietà dei Conti Sertoli Salis. Si sviluppa su una struttura che presenta una facciata di stile tardo-cinquecentesco, fiancheggiata da due torri, con un portale centrale barocco realizzato su disegno del Vignola.
Dall’ ingresso s’infila un portico che conduce al suggestivo giardino interno “all’italiana”, uno dei più significativi della Lombardia e senz’altro il più noto in Valtellina.
All’interno del palazzo, di notevole interesse troviamo un circuito museale di 10 sale  decorate ed affrescate, tutte recentemente restaurate, tra cui il cosiddetto “Saloncello”, importante sala splendidamente affrescata e punto d’incontro del potere politico in Valtellina nel XVII e XVIII secolo, oltre alla chiesetta barocca di famiglia dedicata a S.Carlo Borromeo. 

Il percorso museale consente ai visitatori di ammirare le pregevoli decorazioni, gli affreschi dal ricco ed in parte ancora inesplorato apparato iconografico, gli arredi storici e di prendere visione di una significativa documentazione sulla storia locale. 

Soggiorni:

Soggiorni in camere storiche con bagni en suite e prima colazione. Per maggiori informazioni: www.bnbpalazzosalis.com

PER MAGGIORI INFORMAZIONI: www.dimorestoricheitaliane.it/dimora/palazzo-salis


CASTEL GRUMELLO

Sullo sfondo delle Alpi Retiche, in cima a un’altura con pareti di roccia a strapiombo e un meraviglioso panorama, dal XIII secolo si erge una rocca fortificata: un raro esempio di castello “gemino”, due edifici speculari uniti da un tratto di mura.
La Valtellina, per la sua posizione strategica tra l’Italia e l’Europa centrale, nel passato fu terra di castelli e fortezze. Tra questi merita menzione il Castello de Piro al Grumello, più comunemente conosciuto come Castel Grumello, dal nome del dosso roccioso (“grumo”) sul quale fu edificato.

La costruzione avvenne tra la fine del XIII e l’inizio del XIV secolo a opera del ghibellino Corrado de Piro, la cui famiglia si era trasferita in Valtellina in seguito alle lotte di fazione tra Milano e Como. Intorno alla metà del Trecento, i de Piro andarono incontro a un rapido declino che li costrinse a vendere Grumello ai loro rivali, i Capitanei. L’edificio fu infine distrutto nel 1526 per mano delle Leghe Grigie, seguendo così la sorte di molti altri fortilizi valtellinesi.
Castel Grumello rappresenta un imperdibile esempio di castello “gemino”, composto da due corpi, uno militare e uno residenziale, circondati da mura. Il corpo militare, situato a oriente,svolgeva una funzione difensiva e di avvistamento, come testimoniano l’imponente torre a pianta quadrata e le fondamenta di una seconda torre.

La vocazione residenziale del secondo edificio è confermata dalle pietre da costruzione sbozzate con maggior cura e dalla traccia di un camino presente in una sala. Pervenuto in dono al FAI dalla Fedital nel 1990, il Castello è stato restaurato e riaperto al pubblico nel 2001.

PER MAGGIORI INFORMAZIONI:  www.fondoambiente.it/luoghi/castel-grumello 

OSTERIA DEL MOLETA
Indirizzo: via Bolladore, 22
Contatti: 0342 801233
PER MAGGIORI INFORMAZIONI: www.osteriadelmoleta.com

RISTORANTE JIM
Indirizzo: via Roma 2, 23033 Grosio (SO)
Contatti: 0342 84 72 72

PER MAGGIORI INFORMAZIONI: hotelsassella.it/it/ristorante-jim

LA CASA VINICOLA PIETRO NERA
Indirizzo: Via Stelvio 40, 23030, Chiuro (SO)
Contatti: +39 0342 482631
info@neravini.com

Visite guidate della cantina e degustazioni

PER MAGGIORI INFORMAZIONI: www.neravini.com

LA LATTERIA DI CHIURO
Indirizzo: Via Nazionale dello Stelvio 18, 23030 Chiuro (SO)
Contatti: 0342 483438
spaccio@latteriachiuro.it

PER MAGGIORI INFORMAZIONI: www.latteriachiuro.it

PANIFICIO EREDI ROMANI A BORMIO
Indirizzo: Via Roma 100, 23032 Bormio (SO)
Contatti: 0342 901323

PER MAGGIORI INFORMAZIONI: www.facebook.com/CrostataAiMirtilliDiBormio

RISTORO PIAN DI GEMBRO
Indirizzo: Via Solferino, 23030 Villa di Tirano (SO)
Contatti: +39 0342 746918

PER MAGGIORI INFORMAZIONI: aprica.it/ristoro-pian-di-gembro

TREKKING DELLA VAL DI REZZALLO

La Val di Rezzalo del Parco Nazionale dello Stelvio, conserva ancora oggi l’aspetto tradizionale di un tempo, con baite tipiche in legno e sasso (blockbau) e una ricchezza di flora e fauna di grande fascino e interesse naturalistico. I suoi pittoreschi paesaggi, la natura selvaggia e i facili sentieri ne fanno una meta prediletta per tutti gli amanti della montagna, delle escursioni, della mountain bike e dello sci d’alpinismo in inverno. Sul Passo dell’Alpe si possono ancora osservare i resti della linea fortificata della Prima Guerra Mondiale, con gallerie, trincee e fortini.

La Flora
Tipica delle praterie umide è la zona prativa della piana di San Bernardo, dove in primavera inoltrata i prati si ricoprono di un intenso color giallo, dovuto alla abbondante fioritura di botton d’oro, mentre nelle boscaglie a pino mugo fiorisce il rododendro che da giugno ammanta di colore vermiglio i pendii della montagna. Nelle zone dei depositi detritici al di sopra del limite della vegetazione arborea, vivono alcune specie di una bellezza primitiva ed affascinante (ranuncoli glaciali, stelle alpine, anemoni, nigritella, erica, campanule).

La Fauna
Anche la fauna è quella tipica del parco Nazionale dello Stelvio. La grande varietà di ambienti determina un habitat favorevole alla vita di un gran numero di specie faunistiche. Nelle zone tra il limite della vegetazione arborea e le valli nivali vive indisturbato il camoscio, mentre più in basso possiamo incontrare cervi e caprioli. Tra la fauna minore è presente la marmotta, soprattutto sugli alti pascoli e sui ghiaioni.Nel territorio del Parco vivono, per nominare solo alcune specie, lo scoiattolo, la volpe, il gallo forcello; talvolta si può avere la fortuna di incrociare con lo sguardo il volo maestoso dell’aquila reale. Si possono osservare quasi tutte le specie tipiche dell’avifauna alpina: picchi, nocciolaie, corvi, gufi, civette, oltre all’avifauna minore costituita da fringuelli alpini, merli, passeri, rondoni.

Il trekking:

Da Santa Caterina Valfurva si raggiunge con l’auto il Ponte dell’Alpe sulla strada che porta al Passo Gavia. Da qui si imbocca il sent. S519.2, che costeggia il torrente dell’Alpe e si snoda tra i pascoli dell’omonima valle. Si arriva al Passo dell’Alpe e da qui si inizia la lunga discesa della Val di Rezzalo. Il primo tratto e’ un sentiero, poi una strada con andamento più’ pianeggiante, fino a diventare una carrabile. Si oltrepassano le suggestive baite in pietra a secco di Clevaccio, il Merlo, Rozzone ed i fienili di Malnivo, fino a raggiungere il Rifugio La Baita, dove e’ possibile effettuare una sosta per assaporare i piatti tipici del luogo. L’arrivo e’ previsto al parcheggio di Fumero. Per il ritorno e’ necessario organizzarsi con un’altra automobile o servirsi dei taxi a chiamata. Da Frontale ci sono comunque dei bus di linea.

PER MAGGIORI INFORMAZIONI: www.valtellina.it/it/approfondimenti/trekking/val-di-rezzalo 


VIA DEI TERRAZZAMENTI

Uno splendido itinerario di trekking sul versante retico della Valtellina

La Via dei Terrazzamenti è situata sul versante più solivo della Valtellina, quello delle Alpi Retiche, ad una quota compresa tra i 300 e i 700 m. E’ un percorso che collega Morbegno a Tirano raccontando la storia e la grandezza del lavoro dell’uomo, che è riuscito a rendere coltivabile le pendici di queste montagne: non a caso si parla spesso in Valtellina di “viticoltura eroica”.
70 km di vigneti terrazzati da cui si ottengono i pregiati vini valtellinesi e dove godere di alcuni scorci panoramici particolarmente suggestivi, magari nelle numerose aree di sosta che punteggiano il percorso.

Oltre che apprezzare la bellezza paesaggistica, percorrendo la Via dei Terrazzamenti si può scoprire un immenso patrimonio culturale: chiese, siti preistorici, cantine rurali, agriturismi e antichi borghi.

PER MAGGIORI INFORMAZIONI: www.valtellina.it/it/via-dei-terrazzamenti 

CHIESA DI S.AGNESE

Indirizzo: Via XX Settembre 14, 23035 Sondalo (SO)

Sorta forse come chiesetta a servizio del vicino complesso fortificato di Buffalora, distrutto nel 1273 nel corso dell’assedio ordinato dal vescovo di Como per punire i feudatari Von Matsch, o più probabilmente annessa ad uno xenodochio, l’antica chiesa di S. Agnese venne quasi certamente costruita fra la fine del XII e l’inizio del XIII secolo.
La prima citazione documentaria della chiesa è comunque del 1215. L’edificio attuale è opera più tarda e risale ai lavori di riedificazione condotti dopo il 1614 per volontà e a spese del prete Lorenzo Sermondi, beneficiario di S. Agnese dal 1591 al 1632, e ai successivi restauri. Dalle relazioni delle visite pastorali del XVIII secolo si apprende che i tre altari dell’edificio vennero costruiti fra la fine del Seicento e i primissimi anni del Settecento.
Il “Romìt”, il crocefisso di scuola tedesca (o forse catalana come ipotizzano i più recenti studi) databile entro la prima metà del XII secolo, considerato la più antica scultura lignea conservata in provincia di Sondrio, era forse collocato sull’altare maggiore. Oggi custodito nella moderna chiesa di S. Francesco, il Romìt deve il suo nome a Francesco Torriani, un eremita – romìt significa appunto eremita in dialetto – vissuto presso la chiesa di S. Agnese negli anni 1680-1690. L’immagine sacra faceva probabilmente parte di una raffigurazione che presentava tutto il supplizio del Calvario, con Gesù tra i due ladroni e S. Maria Maddalena dolente ai piedi della croce: ipotesi suggerita dal ritrovamento, sempre in S. Agnese, di un braccio più piccolo ma di identica fattura, probabilmente parte di un’altra figura crocefissa minore.
Degno di nota è anche lo stemma dipinto sopra l’ingresso che dà sul corridoio davanti alla porta principale della chiesa. Benché molto rovinato e quindi poco leggibile, pare che sotto il volto maestoso di un Padre Eterno, sia dipinta una pianta, forse una quercia, in dialetto “rogol”, probabile stemma di Giovanni Rovolatti, il primo beneficiale della chiesa.


MUSEO DEI SANATORI

Indirizzo: Via Zubiani, 33, 23035 Sondalo (SO)
Contatti: 0342 801816
Il museo è aperto nella stagione estiva, da luglio (7/7/2021) alla prima settimana di settembre, ogni giovedì, venerdì e sabato, dalle ore 14.00 alle ore 18.00. 

Il museo racconta la storia dei sanatori costruiti in Valtellina durante il Novecento per combattere la tubercolosi grazie all’aria pura e al sole delle Alpi. Una collezione di oggetti e immagini d’epoca testimonia la nascita e l’attività dell’ex Villaggio Sanatoriale di Sondalo, oggi ospedale “Eugenio Morelli”. Il percorso di visita si svolge nei locali che un tempo erano destinati all’accettazione dei pazienti. La prima parte del percorso è dedicata alla malattia: tra Ottocento e Novecento la tubercolosi cessò di essere considerata una malattia romantica – il ‘mal sottile’ – e assunse i caratteri di una vera emergenza sanitaria per la nuova società industriale e urbanizzata. Dagli anni Sessanta, gli antibiotici hanno permesso di contrastarla in maniera sempre più efficace ma la TBC è oggi una malattia globale che ogni anno provoca oltre un milione di vittime.
La seconda parte del percorso è dedicata alla cura e ai sanatori: inizialmente i sanatori erano costruiti per prevenire il contagio, isolando i malati in maniera confortevole. Nel XX secolo l’architettura si sviluppò secondo i criteri del funzionalismo e seguendo l’evoluzione della medicina: aria, luce e sole entrarono all’interno degli edifici per fortificare i malati e favorire la guarigione. La cura si basava sul riposo, la nutrizione e l’aria pura, cioè sulle tre “L”… lana, letto, latte. Fino a quando gli antibiotici non furono efficaci contro l’infezione, il sanatorio fu il principale strumento della cura, una vera e propria machine à guérir. Alla sua progettazione lavoravano a quattro mani il medico e l’architetto.
L’ultima parte è dedicata al Villaggio sanatoriale di Sondalo. Il complesso funzionò come sanatorio per 27 anni, dal 1946 fino al 1973, quando fu trasformato in ospedale generale. Gli oggetti della cura in veranda (la sedia a sdraio, le coperte, le cuffie per ascoltare la radio in filodiffusione) sono esposti insieme ai disegni tecnici e alle fotografie del grande cantiere che trasformò il versante sopra Sondalo in una vera e propria città della salute tra il 1932 e il 1940. Il percorso si conclude con la tela “Pescatori a Sampieri”, dipinta dal siciliano Ugo Caruso nel 1954, quando era ricoverato a Sondalo. I colori saturi, gli sguardi severi e la posa incombente dei personaggi paiono alludere con veemenza alle contraddizioni e all’incerta prospettiva del mondo ‘di fuori’ cui tuttavia l’autore, isolato nel temporaneo rifugio alpino, sembra guardare con nostalgia.


PARCO DELLE INCISIONI RUPESTRI DI GROSIO

Indirizzo: Via San Faustino, Grosio (SO)

Il Parco delle Incisioni Rupestri di Grosio, situato fra i comuni di Grosio e Grosotto in Valtellina, salvaguarda e valorizza più di 5000 graffiti di guerrieri, animali e figure antropomorfe incisi dal tardo Neolitico all’Età del Ferro dalle popolazioni preistoriche che hanno così lasciato il segno del proprio passaggio. Questi graffiti decorano in particolare la superficie della spettacolare “Rupe Magna”, la roccia più incisa dell’arco alpino. Sulla sommità del colle che domina la Rupe Magna sorgono anche il Castello di San Faustino e il Castello Nuovo.

PER MAGGIORI INFORMAZIONI: www.parcoincisionigrosio.it o giteinlombardia.it/luoghi/parco-delle-incisioni-rupestri-di-grosio


FORTE VENINI DI OGA

Indirizzo: Via Dos Alt, 23030 Valdisotto (SO)

Il Forte Venini di Oga fu realizzato a difesa dei principali valichi alpini e faceva parte di una vasta rete difensiva alpina costruita per difendere il territorio italiano da eventuali attacchi austro-ungarici, la Linea Cadorna. Il forte, realizzato seguendo i miglior studi di architettura militare di inizio secolo, fu abbandonato al termine della Seconda Guerra Mondiale e riaperto al pubblico nel 1985 come museo. All’interno del corpo principale del forte si possono visitare diversi locali, come la caponiera ovest, la camerata ufficiali, la torretta di mitraglia occidentale, il locale batterie e la stanza dove è ancora presente il generatore di corrente.

PER MAGGIORI INFORMAZIONI: giteinlombardia.it/luoghi/forte-venini-di-oga


VAL ZEBRÙ

Indirizzo: Campo Di Val Zebru’, Valfurva (SO)


La Val Zebrù è un’area di grande interesse naturalistico e paesaggistico che si estende nel cuore del Parco Nazionale dello Stelvio, a 15 minuti da Bormio, in Valfurva. É una valle lunga 12 km e circondata da maestose vette che toccano i 3000 metri, tra le quali spicca il Gran Zebrù. Oltre alla presenza di camosci e stambecchi, in quest’area vi sono i tipici insediamenti rurali formati da piccole baite in legno e masi dove veniva praticato un tempo l’alpeggio estivo. La valle può essere percorsa a piedi o in bicicletta partendo dalla frazione Nobigo del paese di Madonna dei Monti. 

PER MAGGIORI INFORMAZIONI: giteinlombardia.it/luoghi/val-zebru


SANTUARIO DELLA SANTA CASA LAURETANA

Indirizzo: Via Santa Casa, 48, 23020 Tresivio (SO)

Il Santuario è un luogo aperto grazie all’accoglienza dei soci Volontari del Touring Club Italiano. Meta di devozione da tutta la Valtellina, domina la vallata da un poggio isolato, con la sua movimentata facciata barocca. Fu costruito dopo la peste del 1630, tra il 1646 e il 1790. All’interno, al di sotto della cupola, è posto il piccolo tempio che riproduce la Santa Casa, costruito nel 1701 con esplicito riferimento al modello del santuario di Loreto. In una nicchia è conservata la Madonna Nera, accompagnata da numerosi tesori donati dalla devozione popolare attraverso i secoli. 

PER MAGGIORI INFORMAZIONI: www.apertipervoi.it


PARCO FAUNISTICO APRICA

Indirizzo: Tourist Info point Aprica Corso Roma 150, 23031 Aprica (SO)
Contatti: Si può accedere solamente con visita guidata la mattina alle 8.30, previa prenotazione presso l’Infopoint di Aprica al numero 0342 746113

L’Osservatorio Eco-faunistico Alpino di Aprica, ideato e diretto dal biologo naturalista Bernardo Pedroni, è una vasta area di oltre 25 ettari all’interno della quale si snoda un itinerario didattico e naturalistico attrezzato. Si ha l’opportunità di conoscere la natura e osservare da vicino alcune specie animali e vegetali presenti nel Parco delle Orobie Valtellinesi.
L’Osservatorio eco-faunistico alpino è una struttura unica nel suo genere che permette al visitatore di vivere l’emozione di osservare animali in libertà, avvicinandosi senza reti di protezione e in completa sicurezza. Camosci, stambecchi, caprioli, rapaci, cince, scoiattoli e piccoli anfibi popolano l’area naturalistica che è meta di visitatori da tutta Europa. L’area dedicata all’orso bruno delle Alpi ospita due esemplari di questo plantigrado osservabile da alcuni punti strategici. E’ prevista a breve l’inaugurazione di nuove strutture didattico naturalistiche sia in quota che in paese. 

PER MAGGIORI INFORMAZIONI:  www.apricaonline.com/montagna-estate/osservatorio-eco-faunistico-alpino


RISERVA NATURALE DI PIAN DI GEMBRO

Contatti: +39 0342 746113 

La Riserva Naturale di Pian di Gembro è un’oasi di tranquillità a pochi minuti da Aprica. Itinerari semplici e poco faticosi permettono al visitatore di immergersi nella natura di questa antica torbiera di origine glaciale dove è possibile osservare delle specie vegetali molto rare come alcune piante carnivore. Oltre a un percorso tematico con bacheche illustrative sulla formazione e sulle caratteristiche della riserva, durante il periodo estivo viene allestita un’aula didattica dove poter osservare alcuni piccoli abitanti (rane, rospi, tritoni e salamandre) di questa zona paludosa.

PER MAGGIORI INFORMAZIONI: www.in-lombardia.it/it/riserva-naturale-pian-di-gembro